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giovedì 7 aprile 2011

5 NUOVI ALBERI NEL GIARDINO DEI GIUSTI..

... IL COMUNE RICORDA I ‘TESTIMONI INASCOLTATI’ DEI GENOCIDI DEI ‘900

Milano, 7 aprile 2011 – Nel Giardino dei Giusti, sulla collina del Monte Stella, il Comune di Milano ha dedicato cinque nuovi alberi e altrettanti cippi ai “testimoni inascoltati” dei maggiori crimini contro l’umanità del Novecento: Aleksandr Solzenicyn, scrittore russo, per aver denunciato il Gulag e cercato di scuotere il mondo dall’indifferenza; Jan Karski, messaggero della resistenza polacca, per aver informato della Shoah e aver chiesto invano ai grandi della terra di salvare gli ebrei; Armin Wegner, scrittore tedesco, per aver denunciato il genocidio degli armeni e scritto invano a Hitler nel 1933 di non perseguitare gli ebrei; Romeo Dallaire, comandante dei Caschi Blu, per aver allertato le Nazioni Unite dell’imminente genocidio in Ruanda, chiedendo invano l’invio di truppe; Sophie Scholl, studentessa universitaria, giustiziata per aver cercato nel 1943, con il gruppo della Rosa Bianca, di risvegliare la coscienza del popolo tedesco.

Il Giardino dei Giusti di Milano, il primo in Italia e il quarto nel mondo dopo Gerusalemme, Yerevan, Sarajevo, è stato inaugurato il 24 gennaio 2003. Cinque anni più tardi, il 24 gennaio 2008, il Consiglio comunale di Milano ha deciso di dare forma giuridica a quel luogo con un’Associazione (costituitasi il 13 novembre di quello stesso anno) con soci fondatori il Comune di Milano, l’Unione delle Comunità ebraiche italiane-Comunità ebraica di Milano, il Comitato per la Foresta mondiale dei Giusti.

I primi alberi sono stati dedicati proprio ai promotori degli altri tre Giardini dei Giusti nel mondo: Moshe Bejski, in onore dei Giusti tra le Nazioni; Pietro Kuciukian, in onore dei Giusti per gli Armeni; Svetlana Broz, in onore dei Giusti contro la pulizia etnica della Bosnia-Erzegovina.

Le altre 13 intitolazioni sono state per: Andrej Sacharov, in onore dei Giusti del Gulag; gli italiani Giusti tra le Nazioni onorati a Yad Vashem per aver salvato gli ebrei durante la Shoah; Pierantonio Costa, per aver salvato molte vite durante il genocidio in Ruanda; Hrant Dink, assassinato a Istanbul per aver difeso la memoria del genocidio armeno in Turchia; Anna Politkovskaya, assassinata a Mosca per aver denunciato i massacri di civili in Cecenia; Dusko Condor, ucciso per aver denunciato la pulizia etnica in Bosnia-Erzegovina; Khaled Abdul Wahab, per aver salvato un gruppo di ebrei durante la Shoah in Tunisia; Vasilij Grossman, per aver documentato per primo il dramma della Shoah in Russia; Marek Edelman, vicecomandante della rivolta del ghetto di Varsavia nel 1943, per aver scelto di restare in Polonia come “guardiano” della memoria; Guelfo Zamboni, Console generale d’Italia a Salonicco, per aver aiutato la comunità ebraica durante la Shoah; Enrico Calamai, diplomatico, per aver salvato almeno 300 persone nell’Argentina dei desaparecidos; Giacomo Gorrini, testimone oculare della deportazione e dei massacri degli armeni, per aver dato voce alle vittime di quel genocidio; Neda Soltani, uccisa il 20 giugno 2009 a soli 27 anni, per aver manifestato in difesa della libertà e dei diritti umani in Iran.
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